Comunicato per la panchina rossa dedicata a Lea Garofalo in piazza Prealpi
Riceviamo e inoltriamo, dal Coordinamento delle Scuole Milanesi per la Legalità e la Cittadinanza Attiva, di cui la nostra scuola fa parte:
Comunicato "Panchina rossa"
Ci sentiamo offesi, non solo a Milano ma in tutto il paese, per questo atto di vigliaccheria e oltraggio alle donne vittime di violenza e in particolare alla memoria di Lea Garofalo.
Per la quarta volta la panchina rossa dedicata a Lea in piazza Prealpi è stata danneggiata e bruciata, la notte del 22 giugno. Questa panchina è stata posta per iniziativa dell’Anpi di zona, con l’aiuto di Libera e delle ragazze e dei ragazzi del presidio Lea Garofalo. Da allora numerose iniziative, sostenute dalle scuole del quartiere, fanno di quel simbolo una fonte di ricordo e memoria viva, un esempio di coraggio civico e di cittadinanza attiva.
Piazza Prealpi è una piazza di periferia, in un quartiere con problemi gravi di criminalità e di spaccio di stupefacenti, zona storica della cosca Serraino/Di Giovine; in quella piazza c’è l’appartamento in cui fu torturata e uccisa la testimone di giustizia Lea Garofalo. Lea è diventata un simbolo di ribellione delle donne e un esempio di riscatto, con il suo sacrificio ha liberato la figlia Denise da un destino imposto e inesorabile che i clan riservano alle loro figlie, ostaggi delle gerarchie e delle alleanze della ‘ndrangheta.
Da anni i ragazzi e le ragazze di Milano ne sostengono la memoria e gridano in ogni manifestazione pubblica il coraggio di “sentire, vedere, parlare". Parole scritte nella bandiera che hanno dedicato a Lea Garofalo. In una Milano sonnolenta e distratta quei giovani si mobilitarono per garantire una presenza stabile al processo contro gli assassini, per affermare vicinanza alla loro coetanea in difficoltà. Fu una presenza silenziosa, espressa con pochi simboli, quei ragazzi diventarono i parenti acquisiti di Denise. Per mesi resistettero agli sguardi torvi delle madri, delle mogli e delle sorelle degli imputati, alle allusioni degli imputati; attirarono una partecipazione crescente, silenziosa e composta, ma inesorabile. Erano dalla parte di Denise e con la loro attenzione ricordavano a tutti che l’assassinio di Lea non era stata la conclusione tragica di una vicenda familiare privata calabrese, quella storia riguardava tutti e
rivelava le logiche e le culture di un sistema che si impadroniva della società lombarda. E i milanesi cominciarono a guardare la città con gli occhi di quei ragazzi.
Ecco perché quel simbolo viene bruciato, offeso, distrutto, arrogantemente e ripetute volte; tutti devono spere che le cosche controllano il territorio e riaffermano le loro regole e le loro leggi.
Libera, l’Anpi e il Municipio 8 hanno indetto una manifestazione pubblica lunedì 27 giugno, alle 18,30 in piazza Prealpi a Milano. Siamo convinti che la partecipazione e la mobilitazione siano la strada giusta. Tutte le istituzioni nazionali e Milano sentano questo impegno come una posta in gioco che coinvolge la libertà di tutti. E necessario che si predispongano strumenti e controlli rigorosi, anche le telecamere, e che quella zona e quell’appartamento diventino luogo pubblico della narrazione di Milano e dell’intero paese: un esempio di liberazione, di rifiuto della convivenza e dell’indifferenza.