Ai miei alunni del liceo Bottoni…
Ragazzi vi chiedo qualche minuto di attenzione…
Con queste “poche” parole vorrei salutarvi.
Abbiamo trascorso insieme un pezzetto piccolo di vita, ma alla fine anche grande: almeno 200 giorni di scuola per le prime… 1000 per le quinte!
Con voi di quinta, cinque anni fa, siamo arrivati insieme al Bottoni, era il nostro primo anno…
Per me come sapete questo è stato un anno particolare ma non è di questo che vi voglio parlare…
Non nego che la fine delle lezioni mi porterà un po’ di requie dalle arrabbiature, le alzate di voce e di pressione, ma sicuramente tra non molto avvertirò la vostra mancanza!
Mi rivolgo soprattutto alle quinte…con tutti gli altri è un appuntamento a settembre, ma i consigli, non richiesti, son per tutti!
Sì… sentirò la vostra mancanza e anche se non ci credete, anche io vi mancherò! Anche i vostri prof vi mancheranno, vi mancherà la Scuola, vi mancherà il Bottoni..
Ma questo arriverà più avanti. Molte cose arrivano più avanti. Quindi non voglio stare a fare prediche scontate o replicare frasi lacrimevoli.
Mi limito a dirvi alcune cose: come che alla fine questo non è un addio, ma un arrivederci, perché chi non si vuole perdere, alla fine non si perde mai del tutto.
Paul Dirac, un fisico britannico, premio Nobel nel 1933, parlava di correlazione quantistica, affermando che: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma diventano un unico sistema”. Quindi se avete avuto a che fare con qualcuno, nel bene o nel male, le vostre vite si sono influenzate tra loro, e voi rimarrete in qualche modo legati per sempre tra voi. Anche se si tratta di qualcuno che forse non rivedrete più. Quindi i veri addii in fondo non esistono.
A tutti voi comunque, dalle prime alle quinte, voglio dare qualche consiglio, che probabilmente non ascolterete, o forse sì.
Cercate di essere onesti, di essere sinceri (dal latino sine cera: senza cera, usata dagli scultori per rimediare ai difetti)
siate così come siete, senza nascondere i lati oscuri, perché anche quelli fanno parte di voi, e chi vi amerà davvero lo farà anche per quelli.
Ma amatevi voi, per primi, o nessuno potrà farlo.
Siate curiosi ed interessati; chiedetevi il perché delle cose prima di giudicare.
Stupitevi; fate del vostro meglio; non sprecate; fate qualche pazzia, ma non tale da non poter porvi rimedio! Guardate un tramonto e un’alba dal vivo, ogni tanto.
Leggete, per favore leggete, fossero anche i libretti delle istruzioni!
Perché una persona che sa parlare è un passo avanti alle altre; se è anche istruita, due; se anche colta, tre!
Perché una persona ignorante è più facile da raggirare.
Accettate gli altri diversi da voi, di qualunque diversità stiamo parlando. La diversità non nuoce, arricchisce solo.
Non tradite, in generale. La fiducia è difficile da ricostruire.
Parlate, fatevi ascoltare, ma ascoltate anche; mettetevi in discussione, sempre.
Fate del bene. Fa bene far del bene! La sera pensate a tre cose: cosa ho fatto di buono per me? Cosa ho fatto di buono per gli altri? In cosa posso migliorare? A fine giornata o a fine settimana, annotate tre cose buone che avete fatto; vi darà lo sprint per continuare.
Consolate chi soffre e non abbiate paura di chiedere aiuto; anche questo conta e c’è chi non sa farlo.
Non date per scontato niente, perché niente vi è dovuto, nemmeno il fatto di avere una casa ed una famiglia, cose che in tanti non hanno più.
Cantate, ballate, guardate film, disegnate, fate foto, siate creativi ogni tanto. Non trattenete le emozioni, ma non lasciate che vi schiaccino. Se siete arrabbiati, va bene, ma chiedetevi anche perché lo siete.
Sperate sempre, sognate pur senza fare castelli in aria. Non vi dico: amate, perché non ce n’è bisogno, ma vi dico: siate gentili, con la gentilezza si ottengono cose insperate.
Ringraziate chi vi ha reso migliori e siate umili. La protervia (superbia) non giova mai.
Insomma: non siate indifferenti alla vita, perché questa passa davvero in un soffio. Tutto passa: anche il dolore. E la felicità è più uno stato mentale, che reale: se decidete di essere felici per davvero, probabilmente lo sarete, a prescindere da tutto.
Basta, ho già detto anche troppo.
Grazie per esserci stati, per avermi fatto mettere in discussione, e chiedo venia (perdono!) se (forse) avrei potuto fare di più. Un abbraccio
La vostra Preside