A PROPOSITO DI SCUOLA, DI LAVORO E DI SCUOLA-LAVORO
I nostri colleghi Sonia Ghidoni e Lorenzo Mazzi hanno scritto questa lettera, firmata da più di cento docenti di scuola secondaria provenienti da tutta Italia e mandata questa mattina al Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi.
E cosa ne sarà di Charlie
che cadde mentre lavorava
e dal ponte volò, volò sulla strada?
Sconvolti e frastornati apprendiamo della morte di Lorenzo, 18 anni, travolto da una putrella durante il suo ultimo giorno di stage presso lo stabilimento di carpenteria meccanica di Lauzacco. In qualità di personale scolastico esprimiamo anzitutto il nostro cordoglio alla famiglia, agli amici, ai compagni di scuola e ai colleghi dell’Istituto Salesiano Bearzi di Udine. Lorenzo è uno di noi: è nostro figlio, nostro fratello, nostro studente. Lorenzo è stato tradito dal mondo degli adulti, perché è stato ucciso, non è semplicemente morto di lavoro. Crediamo fermamente che la nostra reazione non possa tuttavia limitarsi ai sentimenti di incredulità, indignazione e profondo dolore che in qualità di educatori avvertiamo in modo particolarmente vibrante. È necessario che alle lacrime seguano decisioni e alle parole le azioni.
Lorenzo è morto anche di scuola, una scuola resa complice di un sistema fondato sullo sfruttamento e la competizione, indifferente nei confronti della persona e finalizzato alla produzione. Lorenzo era uno studente di un CFP, in cui lo stage di formazione-lavoro è parte integrante del percorso scolastico. Consci della differenza tra queste esperienze e i PCTO degli altri istituti, riteniamo che le seguenti considerazioni siano valide per tutte le tipologie di scuole, perché in nessuna può essere accettato che gli studenti siano messi in condizioni di pericolo per la loro vita e perché tutte perseguono la medesima dignità e finalità educativa.
Vogliamo ripristinare un concetto corretto di formazione, dal punto di vista pedagogico e umano, rimettendo al centro la scuola e liberandola dal suo servilismo non al lavoro (parola e concetto nobilissimi), ma al mercato del lavoro con le sue logiche spietate e la sua cinica violenza. L’obbligatorietà degli stage lavorativi e dei PCTO ha avuto conseguenze grottesche, quando non lesive dei diritti dei minori, trasformati in alcuni casi in manodopera ricattabile e gratuita. L’esito paradossale più esasperante di tale
obbligo è emerso in tempi di pandemia, per cui un cospicuo numero di percorsi sono stati svolti interamente a distanza, costringendo in taluni casi gli studenti a seguire in streaming
una formazione lavorativa che idealmente avrebbe dovuto avere esclusivamente carattere pratico!
La scuola ha un compito ben più alto e ampio della preparazione al lavoro. Ha un compito anzitutto di accoglienza e presidio sul territorio della popolazione giovanile, sempre più dimenticata dal mondo politico; ha poi il compito di coltivare e far fiorire le
anime acerbe, formando (nel senso etimologico di “dare una forma”) personalità mature, consapevoli delle proprie potenzialità e capaci di esprimerle. Ha infine un immenso compito civile: promuovere un rapporto sano, solidale ed esperto tra l’individuo e la comunità, rinforzare i diritti, far comprendere i doveri.
Tutto quanto sopra espresso non esclude, naturalmente, che la scuola abbia un ruolo nella trasmissione di saperi tecnici, pratici e artigianali come ben predisposto e realizzato negli istituti a carattere tecnico e professionale: ma reputiamo che tale ruolo non
possa comunque soverchiare le finalità sopra espresse. Se la scuola deve essere un “ponte” per il lavoro, contribuisca in primo luogo a ridefinire il lavoro in chiave dignitosa e umana, come espressione creativa di sé e relazione virtuosa con la collettività.
Alla luce di queste convinzioni condivise, per Lorenzo e per tutti i nostri studenti, noi docenti firmatari di questa lettera chiediamo con forza:
– l’abolizione dell’obbligatorietà dei percorsi di PCTO, in modo che le singole scuole possano scegliere autonomamente se e come organizzarli;
– che la politica assuma una posizione forte e chiara in merito alla sicurezza degli studenti in stage, con verifiche severe e capillari e un intervento deciso volto a rafforzare le risorse scolastiche per gli apprendistati;
– che siano stanziate risorse perché, all’interno dell’insegnamento dell’educazione civica, sia prevista una formazione strutturata inerente ai diritti dei lavoratori.
Primi firmatari:
La referente per i PCTO del Liceo Scientifico “P. Bottoni” (MI),
prof.ssa Sonia Ghidoni
Il referente per l’educazione civica del Liceo Scientifico “P. Bottoni” (MI),
prof. Lorenzo Mazzi